“…E’ stato scritto di perfetta legittimità del successo argentino,
di inesorabile progressione anche atletica del gioco sudamericano, di
supremazia “storica” del calcio artistico sul calcio atletico. L’Olanda
ha avuto diritto soltanto all’onore delle armi, più che altro per il suo
passato. La partita è stata descritta come un modello di logica, come
un atto di giustizia. Dal suo esito si è argomentata la decadenza, se
non la fine, di un certo football europeo sommario, atletico ma
elementare, di fronte al football ballato, giocato, tocchettato dei
Sudamericani…..C’è stata una logica perfetta nell’esame dell’ultima
partita, e di tutto il Mundial, da parte della stampa specializzata,
competente.
La stessa stampa che – è arcisicuro- avrebbe celebrato l’Olanda, e
avrebbe sancito la crisi storica dell’Argentina, se quel tiro di
Rensenbrink, anziché finire sul palo, fosse entrato nella porta di
Fillol, capovolgendo il risultato della finalissima. La stessa stampa
che avrebbe trovato logicissima, da ogni punto di vista, una vittoria
dell’Olanda, se l’Olanda avesse vinto….
….Rensenbrink non ha fatto gol per questione di millimetri. Forse per
un’allacciatura di scarpa invece che un’altra. O un milligrammo in più
di grasso. O un filo d’erba. Colpire il palo, anziché mettere il pallone
dentro, è balisticamente questione di millimetri, di un nonnulla, lì
dove parte il tiro….per un millimetro, per un legaccio della scarpa che
dà alla palla una certa direzione invece di un’altra, l’Olanda non è
diventata legittimamente campione del mondo. E per la stessa ragione lo è
diventata, sempre legittimamente, l’Argentina.
Questo è possibile, è giusto, diremmo che è logico perché si tratta del
gioco del calcio, lo sport più favoloso e allucinante e lotteristico del
mondo. Lo sport dove l’Argentina (o l’Olanda) è certa di battere il
Suriname novantanove volte su cento, ma dove ogni partita con
l’Argentina (o l’Olanda) è per il Suriname tutta da giocare, per la
semplice ragione che la può vincere.
Lo sport dove tutto è logico se la palla colpisce il palo, e tutto
sarebbe stato logico – diverso, opposto ma egualmente logico – se la
palla fosse entrata in porta.
E la cosa più allucinante è questa: che i giornalisti, quando scrivono
di più che legittima vittoria dell’Argentina, sono convincenti, sono in
buona fede, parlano a gente in buona fede, gente convinta o comunque
convincibile.
E il palo di Rensenbrink si ripete da sempre, e si ripeterà sempre, in
infinite situazioni simili. La Storia della Coppa del Mondo è piena di
gol sbagliati, di pali: ed esiste davvero un’ altra storia, ipotetica ma
credibile, con esiti finali completamente diversi, sol che fossero
state sfruttate clamorose palle-gol, sol che deviazioni di millimetri
avessero dato dei gol anziché dei pali. E tutto sarebbe in ogni caso
rientrato in una logica globale, spiegabilissima al popolo….Questa è,
secondo noi, la grande, l’immane forza del calcio.”
(Gian Paolo Ormezzano, "Storia del calcio")
CLASSIFICA FINALE DEI MONDIALI ARGENTINA 1978:
1)ARGENTINA
2)OLANDA
3)BRASILE
4)ITALIA
LA FINALE:
Domenica 25 giugno 1978
Buenos Aires (Stadio “River Plate”)
Argentina – Olanda 3 – 1 (d.t.s.)
RETI: 38′ Kempes, 82′ Nanninga, 105′ Kempes, 116′ Bertoni
ARGENTINA (All. Luis Cesar Menotti): Fillol,
Olguin, Galvan, Passarella (cap), Tarantini, Ardiles (66′ Larrosa),
Gallego, Kempes, Bertoni, Luque, Ortiz (75′ Houseman)
OLANDA (All. Ernst Happel): Jonglbloed,
Poortvliet, Krol (cap), Brands, Jansen (73′ Suurbier), Van de Kerchof
W., Haan, Neeskens, Van de Kerkhof R., Rep (56′ Nanninga), Rensenbrink.
ARBITRO: Sergio Gonella (ITALIA)
SPETTATORI: 71.483